Anche la Silicon Valley, il tempio dell'innovazione dove sono nati Pc e iPhone, sente la crisi, ma guarda alla green economy per riprendersi. Il 2009 è stato un vero e proprio "annus horrobilis" secondo gli analisti della Silicon Valley Community Foundation e di Joint venture, le due no-profit che ogni anno sfornano il "Silicon Valley index" un corposo rapporto sull'andamento dell'economia locale che integra bilanci aziendali, ma anche gli indicatori che misurano accumulo di conoscenza, attrazione di talenti e produzione di innovazioni. Per quest'area a Sud di San Francisco i bilanci sono tradizionamlente più rosei che nel resto dell'Unione, ma l'Index 2010 è una vera e propria doccia fredda. La regione ha perso oltre 90mila posti di lavoro tra Novembre 2008 e 2009 e oggi la disoccupazione ha superato la media nazionale. Dati così non si vedevano dal 2005, osservano gli analisti, ma ci sono anche altri segnali che fanno temere per il futuro. La curva del numero di brevetti, solitamente puntata verso l'alto, si è abbassata nel 2008 e appare quasi piatta nell'ultimo anno. Gli uffici sfitti sono aumentati di un terzo e perfino i salari hanno segnato una leggera flessione (-5%) nell'arco degli ultimi due anni, stabilizzandosi intorno ai 62mila dollari l'anno. Il rapporto ha il pregio di restituire un'immagine globale della regione, dove le aziende come Apple - i cui bilanci sembrano immuni alla crisi grazie a prodotti come l'iPhone - sono eccellenze purtroppo non facilmente imitabili. A pesare, spiegano gli analisti, è il calo massiccio dell'export generato dalla globalità della recessione, ma anche la riduzione dell'afflusso di nuovi laureati dall'estero che aspettano un momento più propizio per venire a cercar fortuna e investitori nella "Valley". Meno cervelli, però vuol dire anche minore capacità di innovazione, uno scenario che rischia di creare una crisi di lungo periodo se non si pone rapidamente rimedio. La ricetta suggerita dagli autori del rapporto è un ritorno alle radici dello sviluppo. La Silicon Valley. sviluppatasi 50 anni fa intorno agli investimenti pubblici nel settore della difesa e dell'It che hanno creato Internet, è fiorita soprattutto grazie allo spirito imprenditoriale di moltissimi giovani, spingendoli a creare grandi innovazioni nel proprio garage come il primo Mac di Wozniak e Jobs. Oggi però sotto i riflettori c'è soprattuto Dna ed energia. L'amministrazione Obama sta investendo massicciamente nel settore biotech e cleantech e, se i californiani sapranno approfittare delle misure pubbliche, il futuro della Silicon valley potrebbe essere proprio nei "green jobs" per sviluppare tecnologie e servizi che stanno già esplodendo a livello mondiale. C'è inoltre chi guarda anche allo sviluppo del "red-biotech", le tecnologie biomediche che comprendono nanotecnologie, nuovi farmaci e sistemi diagnostici per la medicina personalizzata, ma anche integrazione dei dati biologici dei pazienti con grandi database di analisi. La sfida però è altrettanto globale. I principali competitor sono proprio nei mercati a più forte crescita, dall'altra parte del Pacifico, in Cina e India.

http://guidoromeo.nova100.ilsole24ore.com/

www.siliconvalleycf.org
www.jointventure.org

GRAFICI / I numeri della green economy a Silicon Valley
 

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